Presentiamo qui una parte di un testo teilhardiano dal titolo Il mio Universo [1] che interpreta il significato della venuta del Cristo al mondo, non è un testo mistico sul Natale, ma una interpretazione nel modo usuale di Teilhard de Chardin, ovvero uno scritto che impegna sia la filosofia che la teologia, passando per concetti anche scientifici (in senso lato). Quindi il solito modo teilhardiano di essere
interdisciplinare, quel modo che è stato frutto di tante incomprensioni da parte dei puristi delle varie branche (filosofi, teologi e scienziati) che non hanno accettato tale metodo che potremmo definire ‘olistico’.
Utilizzando le parole di Fabio Mantovani diciamo:
«La visione del mondo di TdC e i principi fondamentali su cui si fonda sono esposti in questo documento, che è perciò di grande importanza per la comprensione del suo pensiero. La validità della sua visione è direttamente garantita – egli afferma – dalla gran pace che procura, poiché l’apparente disordine delle cose si tramuta in ineffabile unità.»[2]
Ed è proprio con le stesse parole che utilizza Teilhard per introdurre questo testo e darne le giuste chiavi di lettura, che vogliamo introdurre la parte che ci ha interessato in questo breve articolo:
«Le pagine che seguiranno non pretendono in alcun modo di dare una spiegazione definitiva del Mondo. Esse non mirano a stabilire direttamente alcuna teoria generale del pensiero, dell’azione e della mistica, come se gli orizzonti che scoprono dovessero imporsi tali e quali, immediatamente, a tutte le menti, a spese di certi altri modi di vedere considerati, a ragione o a torto, più tradizionali o più comuni. Mi propongo semplicemente di esporre il modo personale di (altro…)